Antonino Biroccio, nuovo GM di GSK Italia: “Innovazione reale e accesso rapido ai pazienti”

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Primo giorno di mandato e incontro immediato con la stampa di settore: Antonino Biroccio, nuovo General Manager, Presidente e Amministratore Delegato di GSK Italia, ha scelto di presentarsi di persona. “Immediatezza, trasparenza e cooperazione sono in cima alle mie priorità”, ha spiegato, sottolineando il valore del confronto con chi racconta la salute e l’innovazione in Italia.

Profilo e percorso
Classe 1973, originario di Reggio Calabria, laureato in Chimica farmaceutica con dottorato in Genetica e Biologia molecolare, Biroccio ha iniziato la carriera nella ricerca per poi ricoprire ruoli di crescente responsabilità in diverse multinazionali. In GSK dal 2014, ha diretto divisioni vaccini in Italia e Grecia, per poi guidare le aree commerciali in Spagna e a Singapore. Negli ultimi mesi ha seguito il lancio globale del farmaco per il mieloma multiplo, oggi approvato da EMA e FDA, e in attesa di registrazione in Italia.

“Ricopro questo ruolo con orgoglio e senso di responsabilità”, ha commentato, ricordando che l’Italia ha una tradizione forte nella ricerca e nella manifattura farmaceutica, ma non bisogna restare indietro in tema di innovazione.

GSK in Italia: numeri e centri di eccellenza
GSK è presente in Italia dagli inizi del Novecento e oggi opera come multinazionale a ciclo completo, con due centri di ricerca a Siena, due stabilimenti produttivi a Rosia e Parma e la sede direzionale a Verona. L’azienda conta 4.200 collaboratori, 1,6 miliardi di euro di fatturato, di cui il 30% all’export verso oltre 100 Paesi, e 324 milioni di euro di investimenti annui, pari al 20% del fatturato e all’8% del totale degli investimenti del settore farmaceutico in Italia. La forza lavoro è composta per il 51% da donne, con una presenza femminile del 46% tra i dirigenti.

“Innovazione reale” e sfida della longevità
Tra le priorità del nuovo GM, favorire l’innovazione che arriva ai pazienti e una prevenzione efficace in una popolazione sempre più anziana.
“Abbiamo una delle popolazioni più vecchie d’Europa, ma anche una delle più attive economicamente. Investire in prevenzione riduce la pressione sul sistema sanitario e libera risorse per la ricerca”, ha spiegato. B

iroccio ha citato l’analisi di alcuni think tank internazionalmente riconosciuti secondo cui le vaccinazioni raccomandate per gli adulti fragili, se correttamente organizzate su scala nazionale, porterebbero un risparmio di oltre 10 miliardi di euro, pari a una finanziaria. Un beneficio economico che, ha aggiunto, “potrebbe essere ridiretto verso l’innovazione”.
L’obiettivo, ha aggiunto, è favorire un accesso “più rapido e trasparente” ai nuovi farmaci, sul modello dell’Early Access già adottato in altri Paesi europei.

ADC e biotecnologie: Parma al centro
Il nuovo GM ha confermato il ruolo chiave dell’Italia nello sviluppo e nella produzione di anticorpi monoclonali e ADC (Antibody Drug Conjugates), farmaci che combinano la specificità di un anticorpo con l’efficacia mirata di un principio attivo. “Con gli anticorpi monoclonali ci siamo prefissati obiettivi ambiziosi, dalle malattie reumatiche e respiratorie fino all’oncologia. Parma è al centro di tutto questo con la sua piattaforma tecnologica per gli ADC”, ha spiegato Biroccio.

Il farmaco ADC per il mieloma multiplo è già prodotto a Parma per tutto il mondo ed è stato recentemente approvato da FDA e EMA. Inoltre, GSK ha siglato un accordo con Syndivia per un nuovo candidato ADC destinato al tumore prostatico resistente e ha ottenuto l’Orphan Drug Designation (ODD) in Europa per un altro candidato nella terapia del microcitoma.

Sguardo al futuro
Biroccio ha parlato anche di crescita sostenibile e dell’attrattività dell’Italia nel network globale di GSK: “Sostenibilità significa anche futuro, per le persone e per i siti produttivi. L’obiettivo è continuare a far vedere l’Italia come un Paese dove si fa bene la ricerca e si produce innovazione.” Ha infine ribadito l’impegno a favorire “un’innovazione reale che arriva al letto del paziente, riduce i costi sociali e rende il sistema sanitario più efficiente”.

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